L'indicatore si evidenzia con un test delle urine. Risultato italiano
Diventa possibile fare la diagnosi precoce del ritardo mentale generato nel feto a causa della sindrome alcolica: una ricerca italiana permette di trovare un indicatore nelle urine della madre. Pubblicato sulla rivista Addiction Biology, il risultato si deve all'Istituto di Biologia cellulare e neurobiologia del Consiglio Nazionale delle Ricerche (Cnr-Ibcn) e del Centro di riferimento alcologico della Regione Lazio (CrarL) dell'Università Sapienza di Roma.
La sindrome alcolica fetale (Fas) è la più comune causa di ritardo mentale nei bambini occidentali, "dovuta all'effetto tossico dell'alcool assunto durante la gravidanza" e "totalmente evitabile tramite l'astensione completa della gestante dal consumo di alcool", ha rilevato Marco Fiore del Cnr-Ibcn. La possibilità di riconoscerla precocemente, ha aggiunto, è un risultato "importante", considerando "l'inaffidabilità e la variabilità dei self-report materni, cioè delle ammissioni volontarie di comportamenti a rischio da parte delle madri, e l'assenza di un profilo neuro-comportamentale univoco da utilizzare a scopo diagnostico, una valutazione oggettiva per stabilire il consumo di etanolo durante la gravidanza e la conseguente esposizione del feto all'alcol".
Il punto di partenza per trovare il segnale-spia della sindrome alcolica fetale è stato analizzare, nelle urine di donne in gravidanza, la presenza della sostanza chiamata etilglucuronide (EtG), considerata una segnale di consumo certo in quanto si forma solo in caso di assunzione di alcol tre o quattro giorni prima del test. Quindi sono state eseguite ecografie nel secondo trimestre di gestazione in cerca di indicatori fisici tipici della sindrome. In caso positivo, i dati sono stati incrociati con quelli relativi alla presenza della Etg, ha spiegato Mauro Ceccanti, direttore del CrarL. "L'analisi dell'EtG nelle urine - ha concluso - potrebbe essere quindi utilizzata come indicatore di consumo materno di alcol anche occasionale durante la gravidanza, per allertare sulle possibili ripercussioni sul feto e successivamente sul bambino, permettendo quindi una diagnosi precoce di Fas".
fonte: Addiction Biology
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